Il segreto

Il segreto, la verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità.

Charles Bukowski

giovedì 31 dicembre 2009

Libertà

Disegno costellazioni
che le stelle non seguono

Mappe nuove
che le strade non percorrono

Volti e corpi
che gli specchi non riflettono

Libertà
che non hanno libertà

martedì 29 dicembre 2009

Ligeja: Haiku 4

Ligeja: Haiku 4

Nel mio Mare

Grande...
immenso...
e sempre in movimento...
tra una sponda e un'altra,
danzando come una gitana
sotto stelle e lune sognanti,
soli e nuvole di ovatta...
sempre...
seguendo il
vento e i suoi umori
incostanti...
Ora a ritmo di tamburi
ora dietro a suoni di chitarre
in festa
tra falò scoppietanti
e risa in quantità...
esplorando e vegliando
anime inquiete,
erranti tra nuove speranze
e antiche leggende...
terre nuove e
straniere...
tra lingue e
culture diverse...
ma uniche nella mia terra,
nella mia lingua,
nella mia cultura,
nella mia anima...
nel mio Mare...

sabato 19 dicembre 2009

Haiku 4

Si specchia la luna
sul mare scintillante
danza di stelle

giovedì 17 dicembre 2009

E tace...

Scende la lacrima,
calda e sincera
sul viso stupito della sera...

E tace la Luna,
tacciono le stelle...
tace il mio cuore.

Fermati, Tempo!

Fermati tempo...
fermati un po'!
Ho l'affanno
e non riesco a seguirti...
Sai benissimo come il
mio tempo sia diverso
dal tuo...
Come la mia mente e
il mio cuore
si affatichino dietro le
tante e troppe novità...
dietro i tanti cambiamenti...
Giusto un pò...
per guardarmi intorno...
farmi un'idea...
Sono diventata donna,
senza nemmeno
accorgermene...
passando e girando
per un'adolescenza
non semplice...
trascinando ferite
e cicatrici sulla pelle...
Ed ora ho bisogno di fermarmi...
respirare un po'...

Ancora un po'...

Andiamo!

lunedì 14 dicembre 2009

Haiku 3

Le spalle in ombra
il sorriso sul viso
luna piena

Haiku 2

Una ciglia di luna
sull'indice puntato
è desiderio

giovedì 10 dicembre 2009

Pagine di pietra

Sfoglio,
a passi lenti,
pagine che sanno di
sugo, di pasta,
di sale e limoni...
che vivono di
chiacchiere, di risate,
di caffé e zucchero
quanto basta...
di sogni, di aspirazioni,
segreti di carta
e musica danzata...
che svelano contorni,
ombre e luci,
di anime in maschera...
di amori, passioni,
amplessi,
tradimenti,
celati appena da porte
socchiuse...
da pavimenti e muri
indiscreti...
caldi ancora
della fatica, del sudore,
del sangue di chi,
nella pioggia o nel sole,
ha costruito,
lavorato
sopra il sonno e
il silenzio degli ulivi.

mercoledì 2 dicembre 2009

Haiku

Eclissi di luna
una voce sussura
si espande il divino

Briciole di parole

Soffia il vento
sulla strada sterrata
di campagna...
l'erba si china
i bordi si allargano...
La polvere si solleva...
rotea...

E i ricordi si scheggiano
le immagini si frantumano
l'eco si disperde...
e di parole
non restano
che briciole...

lunedì 30 novembre 2009

Poesia e Musica

Poesia
pentagramma di parole e silenzi
Musica

Passo dopo passo

Passo dopo passo...
Orma dopo orma...
Lascerò lo sguardo
correre sopra il mare...
alle acque bagnarmi i piedi
e alle alghe solleticarmi
le caviglie.
Lascerò sorprendermi
dalle conchiglie e
al sale impregnarmi
la pelle...
Lascerò le onde giocare e
trascinare ogni pensiero
infranto sulla riva...
Lascerò quest'anima mia
disperdersi nell'infinito...
oltre l'orizzonte
del giorno che viene...

domenica 29 novembre 2009

Il cielo sopra di me

Ho camminato scalza
in deserti di sabbia infuocati dal sole
bruciandomi piedi e labbra...

Ho cavalcato onde in tempesta
di oceani immensi...

Ma il cielo era sopra di me...
Troppo cieca
per vederlo...

Christian

Con il tuo nome
Ho solo
Ricamato
Illusioni e
Sospiri...
Troppe speranze
Intrecciate con fili di
Aria e
Nuvole.

sabato 28 novembre 2009

Rosa sangue

Basta un tocco,

un dito,

la punta dell’indice

per scoprire

tra foglie tremolanti al vento

una spina piccola e insidiosa…

Un tocco,

per sentire il suo dolore,

la fragilità di un mondo perfetto…

Troppo perfetto…

Un attimo,

per scendere sul fondo

di una vita

apparsa improvvisamete buia…

troppo buia

per i miei occhi vivi…

Ma…

basta una goccia di sangue…

una sola e piccola goccia di sangue

per vederla germogliare

come rosa rossa

al sole caldo di maggio.

Un altro sforzo

Ancora un altro sforzo

e presto sarò sulla vetta della montagna,

da cui potrò finalmente godere il mondo,

amato

desiderato

e sospirato.

Non importa quanto male sentirà il mio corpo,

le mie ferite saranno medaglie luccicanti al sole

in un cielo terso vivo dei miei sguardi.

Con occhio più chiaro

potrò contemplare quell’immenso universo

che si stende sotto i miei piedi

e gridargli: “Sono qui”.

Per troppo tempo ho impedito

che la mia anima bevesse

da quella sorgente fatta di aria e di luce,

per troppo tempo l’ho tenuta prigioniera

di un pensiero senza risposta…

Ma ora libera

potrà correre dove vuole.

Potrà tornare a sognare l’amore,

il dolce sguardo che accarezza il suo viso

e la mano calda che stringe la sua;

potrà vivere i ricordi

con un sorriso sulle labbra

una lacrima sulla guancia,

e la vittoria

sventolante al vento.

Di un tempo

Pensavo di averti dimenticato…

riposto in un cassetto della memoria

chiuso per sempre…

Ma il pensiero non è mai stabile

come si pensa…

Alla fine si finisce sempre

per cadere nello stesso errore.

Basta una foto,

fra amici comuni,

per riprendere quelle forme e quei colori

che il tempo via via consumava…

e riviverli

con le sensazioni ed emozioni di allora.

Proprio quando il cuore

sembrava planare verso altre destinazioni,

e respirare nuovi orizzonti…

proprio allora…

per tornare indietro,

fra voli concentrici,

sopra i sogni di un tempo…

Blu

La musica

tinge di blu

la mia fantasia.

Blu…

come il mare

che dalla costa,

si estende e si perde...

Come il cielo

che dal suo orizzonte

si alza

accogliendo

stormi di gabbiani.

Blu…

come la mia macchina

che su strade infinite

mi fa viaggiare.

Blu…

come il mio cellulare,

che zitto zitto

nella mia borsa se ne sta.

Blu…

come la mia pace

che finalmente ritrovo.

Spazi di luce

Mobili,

libri,

giocattoli,

una chitarra…

Brandelli di spazi

violati

e nel sonno

sorpresi,

buttati su strade

tra ruderi e sassi

e nomi gridati,

implorati,

cercati

e a mani nude

scavati,

col sangue tra le dita e

le lacrime tra le ciglia.

Senza sosta.

Senza posa.

Con la forza

di chi vede

la speranza

non morire nella polvere

ma rifulgere di luce

nella voce che

dal buio

si fa

volto

mano

e corpo.

E la vastità del mare

(A mio nonno)

Come era timida

la luce del mattino

nello sfiorare le tue spalle

ampie e curve…

E come era

tremante

nella penombra

la luce dei tuoi occhi…

quando nei sospiri

chiudevi i tuoi abbracci.

Non avrei mai immaginato

che poi…

in un pomeriggio d’estate

te ne saresti andato…

senza rumore.

Da allora

ho sfogliato…

cercato nella mente

parole…

che riempissero

il vuoto

quell’assenza senza preavviso…

ma ho trovato solo frammenti

di carta stracciata.

Non mi resta che

il silenzio!

sfogliare un album di fotografie,

guardare gli istanti passati insieme…

tra partite a carte e

memorie di guerra…

guardare questa casa,

i suoi muri,

i suoi oggetti…

e la vastità del mare…

Il silenzio fa rumore

Alle volte…

il silenzio fa rumore…

E tu, mamma,

lo senti…

senti quanto

rumore fa.

Mi guardi e

ti avvicini

senza dire una parola…

mentre studio

o guardo fuori della finestra…

cercando di scrutare

negli occhi

quel segreto che mi angoscia.

Un sorriso

e un “tutto bene”

cercano di coprirlo

ma gli occhi

ti rivelano il viso…

Alle volte

il silenzio fa rumore…

impossibile nasconderlo.

E tu lo senti…

stretta a te…

senza una parola.

Strade d'inchiostro

Due anni…

Tre anni…

Non so più…

Alle volte anche un giorno

può sembrare un anno…

quando si è lontani.

Si sa…

Il tempo scorre così velocemente

che nemmeno i chilometri

che separano le nostre città

riescono a misurarlo…

E così…

su un foglio di carta…

bianco…

traccio le mie strade d’inchiostro

nero…

dove ogni lettera

forma una parola,

poi una frase…

un pensiero…

un’immagine…

dell’autobus e dei suoi pendolari,

dei campi coltivati,

delle montagne,

dei giorni di sole e di pioggia,

delle linee bianche sull’asfalto,

delle soste e delle partenze,

degli arrivi,

della tua città,

dell’università…

degli amici…

delle risate…

delle lezioni che non finivano mai,

dei fremiti durante la tua attesa…

dei nostri sguardi furtivi,

dei silenzi sospesi,

dei dubbi e delle speranze…

delle illusioni…

di te vicino,

di te che parli…

di te che mi guardi…

di te…

che non sei qui con me.

Vera

Scendi notte

scendi…

calati su di me.

Ti lascerò sciogliere i miei

capelli,

accarezzare la mia pelle,

spogliarmi dei miei vestiti…

ti lascerò leggere

qualunque mio pensiero,

ogni mio segreto…

Ogni mia sensazione,

ogni mia emozione,

contraddizione…

ogni mia paura

la rivivremo insieme…

ad occhi chiusi

e con solo

il suono del mio respiro.

Ogni mia lacrima

ogni mio sorriso…

li affiderò a te.

Ti chiamerò mia custode.

Alla luna e alle stelle

tue sorelle,

mi presenterò nuda…

fragile…

ma vera.

Il diario dalla copertina verde

E’ domenica mattina e il cielo è azzurro, anche se all’orizzonte si profilano nuvole non molto incoraggianti. Ma che importa, il resto del cielo è azzurro e il sole splende comunque.
Il vento, fresco e leggero, sfiora i miei capelli, le mie ciglia, la mia pelle, i mie vestiti. E non solo.
Seduta sul balcone di casa, con la schiena appoggiata al muro e le gambe incrociate, lascio che le pagine del mio diario si voltino con sé.
Nessuna di esse è scritta, nessuna che riporti un segno della mia calligrafia particolare. Nessuna. Eppure, tra quelle righe grigie e sottili, che sono le uniche a solcarle e che si susseguono parallele ed equidistanti tra loro, qualcosa c’è. E’ come quando osservo l’orizzonte del mare, che lontano sullo sfondo del cielo sembra immobile, quando anche lì le onde oscillano e danzano continuamente sotto il sole, la luna, le stelle, le nuvole.
E così, sulla superficie di ogni riga, vibrano i miei ricordi, le mie sensazioni, ogni piccolo sussulto del mio cuore, un respiro, una carezza, un’amarezza, il brivido di un istante.
Un sogno.
Una speranza.
Quella custodita in un diario dalla copertina verde.

Mai dimenticherò...

Mai dimenticherò

quelle notti d’estate

passate insieme,

tra noi sorelle,

stese supine sul balcone di casa,

con lo sguardo perso

nel cielo stellato.

Mai dimenticherò

quella musica latino-americana

che dal vento si lasciava

trascinare

e quella freschezza

che vibrava sotto i nostri pigiami.

Mai dimenticherò

quelle confidenze e quei segreti

sussurati piano all’orecchio

e quell’imbarazzo

che i nostri sorrisi cercavano di nascondere

ma che il bianco luccicante

dei nostri occhi tradivano.

Mai dimenticherò

quei respiri

che nell’aria s’intrecciavano

e nel sonno sfumavano

e quei risvegli improvvisi e infreddoliti

nel mezzo della notte.

Mai dimenticherò

quel camminare in punta di piedi

verso i nostri letti

e quel sussurare piano della buonanotte.

Mai dimenticherò…

anche se so che un giorno le nostre strade

si separeranno e

ognuno condurrà la propria vita.

Mai dimenticherò…

anzi

ogni volta che ne avrò bisogno,

riavvolgerò il nastro della mia memoria

per tornare insieme

a guardare le stelle,

a confidare i nostri segreti,

a camminare in punta di piedi verso

i nostri letti e a

sussurare piano…

buonanotte.

Pioggia

Piove

sull’asfalto,

sui marciapiedi,

sui passanti e sugli ombrelli controvento,

sulle auto in sosta e quelle in corsa,

sui palazzi, sulle case,

sui balconi e sulle finestre chiuse.

Piove

e tutto risuona di lei…

tutto,

ogni cosa.

La stanza,

la semioscurità…

questa stessa solitudine.

Tutto sa di lei,

di quell’acqua fresca e pura

che in fitte gocce cade e tutto

bagna.

Ed io

ferma davanti alla finestra,

con le mani in tasca e

silenziosa,

guardo i rivoli di pioggia

scivolare lungo i vetri,

il mondo fuori diventare liquido

e il mio riflesso,

la mia stessa esistenza

diventare liquida.

Anch’essa.

Senza una parola,

senza un pensiero,

una forma,

un’identità.

Niente di niente.

Ma solo pioggia

pioggia e ancora

pioggia.

Goccia a goccia

Scende la sera

nell’oscurità avvolta

e tacita

posa la sua ombra

sulla stanca terra.

La osservo,

dietro la finestra,

mentre un vento insidioso

accenna la sua sorpresa.

La natura

aspetta mormorante

lo svelarsi del mistero;

ed eccola…

la luce bianca del lampione

illumina la sua corsa

ripida e veloce

dai monti.

Qui

proprio qui,

in questo paese

dove è possibile solo immaginarla...

fioccava la neve.

In quel fascio di luce bianca

appare come uno sciame

di farfalle candide

disorientate dal vento

che copre questa terra

rimasta a bocca aperta.

E così

i miei pensieri tristi,

finalmente liberi,

si sciolgono in un pianto,

come neve sul lampione:

goccia a goccia

giù sulla strada.

Io

Il mio nome è Io

e l’ho scelto io

non per egoismo

ma per un semplice principio:

quello di essere se stessi

e non quello di essere presi e compresi.

Il mio nome è Io

e faccio parte di un gruppo;

ma con questo non sono tutt’uno

sono solo UNO.

Sono giovane e

faccio parte della nuova generazione,

proprio quella su cui aprono grandi discussioni

appena succede qualcosa di cronaca nera

dando così argomenti a gente

che ne parla come se

fosse un fenomeno dell’intera componente.

In fondo tra la vecchia e la nuova

non c’è una scissione

ma solo la mancanza di ragione

di una sola razione.

Vibrava

Cammino da sola

con lo sguardo fisso sul marciapiede

e un dolore fitto

nello stomaco e

nel cuore.

Non riesco a capire come

un momento prima

tutto sembrasse finito e poi…

e poi di nuovo qui

più acuto di prima.

Non capisco…

NON CAPISCO!

Urlo a Dio.

Perché questo? Perchè?

Ma la sua voce non la sento – no

non la sento.

Eppure qualche attimo prima

sentivo la serenità prendermi la mano

la mente

il mio sorriso diventar sincero

finalmente il cuore libero e poi…

e poi nient’altro che fumo…

fumo nero e corrosivo

di una speranza ridotta in cenere.


Eppure qualcosa

un attimo prima sentivo che vibrava

vibrava

vibrava.

Di fronte

Stretta nel tuo maglione,

ti affacci al balcone

con lo sguardo all’orizzonte e

il sole che si nasconde.

Non t’importa di chi è di fronte,

nemmeno dell’uomo che è sul balcone

e nel cuore già ti vuole.

Sei lì con lo sguardo all’infinito

pensando che per te

qui è tutto finito.

E sogni di lasciare questa città

che ha colpito la tua sensibilità

e trasformato ogni emozione

in un’amara delusione.

Ma qualcuno lì di fronte

è pronto a rendere le tue certezze

e a cancellare le tue insicurezze;

mentre tu a braccia conserte

entri e

chiudi le tende

non credendo più a niente,

neanche a lui che

ti attende desiderosamente.

Il regalo di Natale

Attendo il Natale

come una mamma aspetta il suo bambino

tenendo le mani sul grembo

e sperando che tutto termini

con esito positivo.

Ogni giorno

è una continua ecografia

di problemi e

precauzioni da prendere

perché tutto riesca a buon fine.

E intanto

giro per le strade

in questa girandola di luci e colori

sorseggiando con piacere

sensazioni ed emozioni

mai viste prima.

Mi tuffo tra la gente

rubando loro segreti

amori e sogni

colti con distrazione o con volontà.

Mi guardo intorno,

mentre un freddo pungente

mi colpisce la faccia;

ma non sento dolore

sento gioia

tra bancarelle di oggetti curiosi

di dolci tipici

sorrisi e gridi di giubilo.

E mentre cammino

raccolgo

quest’enorme entusiasmo

e lo sigillo nel mio pacco regalo

perché in quel giorno ne senta

doppiamente il sapore.

Ora

Ora.

Parola piccola e semplice

eppure fondementale.

Ora.

Lancette ruotanti di un orologio.

Di un tempo che scorre e corre più di noi.

Ora.

Scelta e rinuncia.

Occasione e sorpresa.

Ora.

Valigia di sogni e speranze

di chi ha deciso di vivere la propria vita

fino in fondo.

Compresi i suoi rischi.

Ora.

Terra promessa

di chi lascia la propria patria

in cambio di una vita migliore.

Ora.

Pianto di un bimbo che nasce

e che la sua presenza già cambia la vita.

Ora.

Comunità di uomini e donne

di ragazzi e ragazze

decisi a recuperare il proprio nome e la propria dignità,

molte volte sciorinata nella droga e nell’alcol.

Ora.

Corpo stanco di essere solo corpo

perché desideroso di un’anima,

anima spesso violentata da chi non ce l’ha.

Ora.

Rumore chiodato e assillante

nell’orecchio di chi aspetta la morte dietro le sbarre

e prega perché gli sia concesso se non la vita

almeno il perdono.

Ora.

Ammissione di colpe e di errori

e dagli errori e dalle colpe vuole cominciare.

Ora.

Lotta contro la violenza cieca

desiderosa solo di sfogare i suoi istinti animali.

Lotta contro la guerra

come unica soluzione di confronto,

di cui non ha nemmeno il sapore se non

quello del sangue e del grido disperato.

Ora.

Adesso.

Parole gridate da un domani che non può più

aspettare.

La tua storia

Eccoti lì…

saldo

con le tue radici,

i rami intrecciati al sole e

le foglie sospese al vento.

Eccoti lì…

con il tronco nodoso,

teso ad ascoltare e a proteggere i sogni

i sospiri e le speranze d’amore...

A giocare come un bambino tra i bambini,

a reinventarti casa e barca per loro.

Eccoti lì…

con la tua ombra che si stende sul terreno

e un curvo anziano raccontarti sospiri e rimpianti

dei giovani anni.


Quante tracce

ha lasciato questa mutevole umanità...

Molte…

E molte saranno le storie

che scriveranno anche la tua STORIA.

Io e lui

Sono strappi di cielo

quelli che vedo davanti ai miei occhi?

Sono loro che si allargano tra dense e cupe nubi?


Il cielo finalmente si libera dalla morsa del freddo

e di nuovo si affaccia a questo mondo - a questo

piccolo angolo di mondo.

Le nubi, così sospinte dal vento, sono state cacciate.

Le nubi cupe e dense – oscuro presagio di pioggia – sono

state esiliate – al di là dei monti,

di cui appena distinguo le cime.

Il mondo

ha così riabbracciato il cielo

e il cielo lui.

Lo ha riscaldato con un raggio di sole e

lo ha abbracciato a sè.

Le colline si sono svegliate

con un nuovo profilo – un insolito profilo -

non più della mia infanzia, ma di una vita che cresce e

diventa adulta – di mattoni e palazzi in costruzione.


Il tempo passa.

Il mondo evolve.

E io con lui.

Io e lui insieme.

Mia beata e odiata solitudine

Mia beata e odiata solitudine,

tante volte compagna

tante volte nemica.

Mi hai fatto sognare ma

mi hai fatto anche piangere.

Alle volte sentivo la tua mano accarezzarmi il viso

come una mamma con il proprio figlio,

ma alle volte sentivo anche la tua mano stringermi il collo,

come un assassino con la propria vittima.

Volevo lasciarti.

La tua compagnia era troppo pesante per me.

Avevo bisogno di uno sguardo concreto

di una persona concreta e…

tu non lo eri.

Tu egoista

hai fatto di tutto perché io stessi ancora con te.

Mi hai fatto viaggiare con la musica

oltre i confini della realtà.

Mi hai fatto conoscere mondi

che non so.

Mi hai cullato su una foglia tremante d’autunno

mi hai fatto sfiorare cime innevate e respirare con il vento.

Di questo te ne sono grata…

ma ora ho bisogno di una mano concreta

e tu non ce l’hai.

Sola

Avanzo

con passo lento

tra la gente indifferente.

Avanzo

con il mio riflesso sulle vetrine dei negozi

avanzo…

Avanzo verso la stazione

verso il treno che mi porterà a casa.

Non sento rumori

non sento parole

ma un solo pensiero,

un pensiero

che mi ha allontanato dal mondo

che mi allontana anche da te.

Tu

immagine scheggiata di una mente confusa

tu

amaro prezzo di un’angoscia sconosciuta

tu

tremolante nostalgia dei miei giorni felici

piegata in una lacrima muta.

Ogni notte

Ogni notte.

Tutte le notti.

Compari nella mia mente.

Improvvisamente.

Una lama tagliente penetra il mio cuore

e un dolore fitto presto sale a farmi male.

Il tuo viso come per incanto diventa nitido e così

il tuo sguardo.

Quello sguardo che sembra dirmi qualcosa

ma che la bocca non osa pronunciare.

E’ forse un illusione?

Stringo forte il cuscino sul mio viso

e mi arrotolo nelle lenzuola affannandomi a cercare

una risposta nei miei ricordi,

una risposta che confermi il tuo amore per me.

Ma non riesco.

Solo tu puoi darmi una soluzione.

Solo tu puoi sciogliere questo enigma

che lacera la mia anima.

Si spegne il lampione sulla strada,

la stanza diventa scura ed io, stanca,

abbandono la mia mano sul letto

mentre la tua immagine sfuma nel silenzio.

giovedì 26 novembre 2009

presente

Il presente è una piccola sfumatura tra passato e futuro.