A Du'a Khalil Aswad, una ragazza curda di 17 anni, di fede Yezidi, lapidata da una folla inumana, perché colpevole di avere simpatie per un ragazzo musulamano sunnita e passato una notte fuori casa. Dopo la sua morte è stata trascinata per le strade e sepolta con i resti di un cane. La sua lapidazione è stata filmata con i cellulari...
Questa poesia è dedicata anche ad altre donne, vittime di barbarie, a Sakineh Mohammadi Ashtiani, perché la sua causa non venga dimenticata...
Eravamo qui,
su questa terra,
su questa stessa terra...
con lo sguardo all'insù,
a contemplare un cielo grande,
troppo grande per le nostre braccia...
a sognare e a contare stelle di speranza...
tra mondi nuovi,
volti nuovi,
immaginati lì...
sopra l'altra metà della luna,
nascosta nel buio,
come noi...
clandestini...
Eravamo qui,
su questa terra,
su questa stessa terra...
a guardarci e a spogliarci...
delle nostre differenze,
delle nostre religioni,
dei nostri stessi nomi...
in nome di un amore,
senza distinzione...
Eravamo qui,
proprio qui...
su questa terra solida di dolore,
per sperare in un futuro migliore,
libero,
senza alcun rumore...
senza più rancore...
Eravamo qui,
esattamente qui...
...dove adesso sono sola,
piegata,
buttata...
come uno straccio...
con la faccia in giù...
per respirare sangue e dolore,
polvere,
accuse,
insulti,
calci,
schiaffi,
duri come sassi...
che sfondano la mia testa e la mia dignità...
e graffianti come unghie che
strappano la mia pelle e la mia anima...
qui,tra ombre nere, ostili,
filanti come spade...
Per espiare una colpa,
un Amore,
un peccato...
Il mio più grande
Peccato Originale.
su questa terra,
su questa stessa terra...
con lo sguardo all'insù,
a contemplare un cielo grande,
troppo grande per le nostre braccia...
a sognare e a contare stelle di speranza...
tra mondi nuovi,
volti nuovi,
immaginati lì...
sopra l'altra metà della luna,
nascosta nel buio,
come noi...
clandestini...
Eravamo qui,
su questa terra,
su questa stessa terra...
a guardarci e a spogliarci...
delle nostre differenze,
delle nostre religioni,
dei nostri stessi nomi...
in nome di un amore,
senza distinzione...
Eravamo qui,
proprio qui...
su questa terra solida di dolore,
per sperare in un futuro migliore,
libero,
senza alcun rumore...
senza più rancore...
Eravamo qui,
esattamente qui...
...dove adesso sono sola,
piegata,
buttata...
come uno straccio...
con la faccia in giù...
per respirare sangue e dolore,
polvere,
accuse,
insulti,
calci,
schiaffi,
duri come sassi...
che sfondano la mia testa e la mia dignità...
e graffianti come unghie che
strappano la mia pelle e la mia anima...
qui,tra ombre nere, ostili,
filanti come spade...
Per espiare una colpa,
un Amore,
un peccato...
Il mio più grande
Peccato Originale.
Ligeja la tua sensibilità è un dono inestimabile, e questo tuo gesto è ammirevole. Ti abbraccio e condivido quanto hai pubblicato.
RispondiEliminaTi ringrazio mille Gabe e a te dò tutta la mia stima e la mia amicizia.
RispondiEliminaLa sensibilità non appartiene solo a chi ce l'ha e la mostra ma anche a chi la riceve e sa condividerla come te e tutte le persone che partecipano a questa causa con cuore sincero e grande forza...Se solo anche l'altra parte che si affida all'odio, alla vendetta, al fondamentalismo, capisse quanto grande sia l'amore e quanto può dare...
Un abbraccio forte!